La protesta dell’astensionismo alle recenti elezioni amministrative

Chi più,chi meno,tutti i partiti,nel confronto con le precedenti elezioni nei comuni interessati al voto, hanno perso centinaia di migliaia di voti ,è questo il vero dato che è emerso e che i mezzi di informazione hanno messo sottotraccia e messo frettolosamente via. Il PD ottiene molti sindaci al primo turno e va al ballottaggio a Roma con un netto vantaggio ma proprio nella capitale,come ha riconosciuto Veltroni, perde 400.000 voti rispetto alle comunali precedenti .Il risultato del PdL è ancora peggiore,sia in termini di posti di sindaco ottenuti che in termini di voti e il risultato di Alemanno è impietoso. Laflessionedella Lega ,che perde seccamente nelle sue zone di riferimento,dimostra che la sua proposta politica ,dopo circa venti anni in cui non sono stati raggiunti risultati tangibili,non incide più anche nelle amministrazioni locali. Per quanto riguarda il Movimento 5 stelle,è vero che aumenta la percentuale rispetto a prima ma è passato troppo poco tempo dalle elezioni politiche di febbraio e quindi il pesante arretramento rispetto a quelle ha un chiaro significato politico. Un arretramento dovuto a scelte che non hanno convinto gli elettori e da una incapacità al momento di inserimento nei problemi che toccano i cittadini,posiamo citare il caso della chiusura della Irisbus ad Avellino o la questione della sanità in Lombardia .

Qual’è l’unico “partito” che è uscito vincitore ?L’astensionismo,i votanti infatti erano stati nel 2008 il 77%,questa volta il 62% e,come è noto, a Roma il 52%.

E’ vero,come si sono affrettati a dire i maggiori quotidiani, nel 2008 ,in molti dei comuni di cui stiamo parlando,le elezioni amministrative erano avvenute assieme alle politiche,favorendo l’affluenza. Ma,proprio perchè le amministrazioni comunali sono quelle in cui si deve giudicare dai fatti concreti l’operato del sindaco e degli altri amministratori,questa diserzione dai seggi sta a dimostrare che la sfiducia nei partiti è arrivata anche alla politica locale.

Quando si parla di elezioni amministrative locali,si parla di strade,di scuole,di verde pubblico,di servizi sociali,di interventi a sostegno delle attività produttive,tutti temi legati alla politica ma che richiedono anche una soluzione concreta ,il fatto che questa soluzione venga dal centro-sinistra o dal centro-destra o da altri ha sicuramente meno importanza rispetto alla scelta del partito che viene fatta nelle elezioni politiche nazionali.

Il fastidio dei cittadini rispetto all’invadenza dei partiti anche nella politica locale può essere la spiegazione o una delle spiegazioni principali del massiccio aumento dell’astensionismo. Si fa strada nei cittadini la convinzione che è proprio questo sistema di governare che non regge ,che non porta un cambiamento nel paese ed anche che la politica locale è troppo legata a quella nazionale. Andando a vedere bene i voti che Marino ha preso a Roma,anche se sono il 40% del 50% dei romani,sono dovuti anche al fatto che si è visto in questo candidato un dissenziente almeno all’apparenza dalla politica nazionale del PD,visto che critica l’attuale governo e che ha sostenuto la candidatura di Rodotà alla Presidenza della Repubblica .

Come detto prima gli elettori chiedono proposte concrete rispetto ad una situazione economica e sociale sempre più pesante. Il M5S non si è presentato con proposte concrete e persone con esperienza per cui buona parte di quelli che l’avevano votato è ritornato all’astensionismo. Ma c’è un altro aspetto che vogliamo sottolineare. Nel paese esistono varie forze di opposizione all’attuale governo ed al sistema politico e invece il M5S si presenta o almeno i suoi dirigenti lo presentano come l’unica opposizione. Questo non è vero ed è sbagliato come impostazione politica .Se si vuole davvero costruire una opposizione popolare all’attuale sistema politico e sociale,bisogna aprire e garantire spazio a tutte le forze che nascono nella società ,non si può pensare che esisterà alla fine “un solo movimento” come sostiene Grillo,con il rischio di cadere in esperienze già sperimentate in Italia e nell’est europeo dove nelle elezioni non si potevano scegliere altri nomi da quelli indicati nelle schede. Aggiungiamo che,alla resa dei fatti,in queste elezioni amministrative,non aver cercato da parte del M5S una alleanza con altre liste locali ,ha favorito i partiti tradizionali. Da questo punto di vista potrebbe essere utile ripensare in modo nuovo alle esperienze di liste civiche in modo da dare spazio e raccogliere le istanze popolari e anche il contributo dei singoli cittadini.

Il tema centrale su cui occorreva e occorrerà incentrare la questione le elezioni comunali era ed è la eliminazione del patto di stabilità interna imposto dal governo alle amministrazioni locali che non permette a quelle con i conti in ordine di poter utilizzare i soldi in cassa per opere locali e servizi e pagare le imprese. Occorreva dare prospettive alla cittadinanza e questo non è stato fatto.Così possono essere spiegati alcuni fatti apparentemente inspiegabili,come il fatto che la Lega ha perso anche nelle sue roccaforti, vedi a Treviso dove ha dovuto rispolverare Gentilini o come la tenuta del PD a Siena nonostante lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena .Di questa città occorre ricordare che dopo le guerre con Firenze fatta dai fiorentini nel 500, i cittadini senesi rimasti ,favoriti dal produrre sul territorio grano,vino,olio,carne e quindi senza necessità di grandi scambi con le altre regioni,si strinsero attorno alla banca.

Sempre più i cittadini si rendono conto che l’attuale sistema elettorale che,va ricordato,si sono date le classi dominanti,con il voto grosso modo ogni 5 anni,non permette di esercitare né un controllo sulle scelte delle amministrazioni locali così come del governo centrale e né tantomeno di poter fare e portare avanti proposte .Gli strumenti previsti dalla Costituzione a disposizione dei cittadini sono soltanto due ma non incidono:i referendum che possono solo abrogare leggi già esistenti e le proposte di leggi di iniziativa popolare che non obbligano il Parlamento a votarle.

Ne sa qualcosa Grillo che nel 2007 ,l’anno del Vaffaday,raccolse le firme per l’espulsione dal Parlamento dei condannati in via definitiva e di sbarrare l’accesso a quelli in attesa di giudizio,firme andate poi al macero. Occorre qualcosa di nuovo ,che dia ai cittadini un vero potere di intervento sulla cosa pubblica,a partire dalla possibilità di indire referendum decisionali su materie importanti.

In conclusione il problema è quello di raccogliere l’astensionismo e dare a questo risposte in positivo.

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