QUELLA DEL PD E’ UNA VITTORIA SENZA SE E SENZA MA O E ‘ UNA VITTORIA DI PIRRO ?

 

Vale la pena riassumere i dati di queste amministrative . Intanto i capoluoghi: il Pdl ne amministrava 17 su 26 , gliene sono rimasti 6, più Verona e Cuneo e Agrigento dove sono stati eletti sindaci del terzo polo con l’UDC ,che fanno 9. Il centro-sinistra si afferma in 14 capoluoghi su 26. Nell’insieme dei 157 comuni sopra i 15.000 abitanti , il centro-destra ne amministrava 100, adesso sono scesi a 44.

Al contrario PD ed alleati amministravano 55 comuni su 157 e adesso 85 più 11 sindaci eletti in liste di sinistra senza il PD ( dati riportati dal Sole 24 ore del 22 maggio ).

Tutto farebbe credere ad una grande vittoria del PD e di Bersani . Ma è proprio così ?

Dal punto di vista del numero dei sindaci ottenuti il PD ha senz’altro vinto a mani basse. Ma dal punto di vista dei consensi nel paese? Per rispondere a queste domande occorre sempre andare a vedere il numero effettivo dei voti , se questi sono aumentati ,se sono rimasti stabili o se invece sono diminuiti . Ebbene i voti del PD già erano diminuiti al primo turno , come avevamo già scritto in precedenza , e sono diminuiti ulteriormente.

Chiediamoci allora : ma chi è andato veramente a votare ai ballottaggi ? La risposta sta nelle cifre , complessivamente ha votato poco più del 51% degli aventi diritto al voto contro il 67% del primo turno .Ma , soprattutto nei capoluoghi, ha votato molto meno della metà.

In proposito citiamo Genova , città di antica tradizione industriale , dove ha vinto Doria del centro-sinistra , 39%; Palermo , dove ha vinto Orlando , 39,7% ; Belluno ,35,4 %. Significativo è poi il dato di Sesto San Giovanni un tempo centro della grande industria milanese e governata nel dopoguerra sempre dal centro-sinistra, 39 %.Nel complesso e in questi casi in particolare si può tranquillamente affermare che gran parte del popolo non ha votato , ha tolto la fiducia ai partiti e in certi casi l’ha tolta proprio al centro-sinistra e quindi al PD ed anche alle altre formazioni di sinistra.

Per questo la vittoria del PD è una vittoria di Pirro , è una vittoria data dalla debolezza degli avversari , ma non è una vittoria nel paese, nel cuore e nella mente dei giovani , dei lavoratori .

La polemica tra Grillo e Bersani va inquadrata in questo scenario e cioè in un paese dove viene avanti una sfiducia e una protesta verso il governo , vedi la contestazione nelle zone terremotate dell’Emilia a Monti , e verso i partiti che lo sostengono , dal primo all’ultimo.

Là dove , come a Parma, si individua una possibile alternativa ai fratelli gemelli del centro-destra e del centro-sinistra , in questo caso con un esponente del movimento di Grillo , questa vince anche contro il candidato del centro-sinistra. Questo a dimostrare che se è vero che è cresciuta la sfiducia anche verso le elezioni, c’è attenzione là dove si parla di problemi concreti che toccano le persone.

Avevamo anche detto che il sistema non accetta forze politiche che mettano in discussione i poteri su cui si regge il nostro stato , anche se si presenta come sistema repubblicano , e cioè la grande finanza , alcuni grandi gruppi , la grande burocrazia di stato e i legami internazionali. La pesante sconfitta della lega Nord è anche una sconfitta di una forza che , pur dando fastidio al manovratore con la sua politica di tutela della piccola e media industria , con i suoi tentativi di entrare nel sistema bancario , non ha saputo mettere in discussione il metodo con cui si è governato e si continua a governare questo paese .

Si apre quindi ancora più chiaramente uno spazio politico per la critica a fondo della politica di un ventennio , da mani pulite alla crisi attuale , che non ha dato risposte ai problemi creati dalla crisi capitalistica , alle nuove realtà create dallo sviluppo tecnologico , al nuovo modo di lavorare e alla nuova composizione degli strati sociali della società .

Non si tratta di tornare a vecchie formule ideologiche del passato , che non possono essere buone per ogni stagione , si tratta di trovare la politica giusta e gli obiettivi principali per affrontare la crisi economica che stiamo vivendo e questo lo si può fare unendo tutte le forze che si pongono oggi in Italia ma anche in Europa con questo atteggiamento mentale.

I.R.